sabato 12 aprile 2008

INLAND EMPIRE, il film culto di david Lynch



INLAND EMPIRE non è un film da analizzare, è un film da vivere e amare. Chi si aspetta qualcosa, chi pretende una storia, una vicenda, è naturale che rimanga deluso e offeso… bisogna immergervisi, esserne succubi, entrare nel film, per capirne i meccanismi e il fascino.
Non bisogna avere pregiudizi, questo è certo, non è necessario conoscere le poetica di Lynch o essere filosofi per innamorarsene e perdercisi dentro.
Paura, terrore, amore, compassione, straniamento, claustrofobia, ansia, sono solo una parte del caleidoscopio di emozioni che il film dona allo spettatore; Certo bisogna volerlo, bisogna essere ben disposti, ma se davvero si ama il cinema in quanto arte questa pellicola è un pozzo di sensazioni e non può lasciare indifferenti.
La vicenda non è altro che una spirale che ci spinge verso la disperazione, lo stupore, l’orrore, fino alla liberazione finale, che spinge il nostro io al di fuori della realtà e ci rende osservatori dell’orrore del mondo e consapevoli delle infinite possibilità del futuro.
Dunque il film non è altro che un’immersione nella propria anima alla scoperta di sensazioni e paure che neanche pensavamo esistessero (in questo è forte l’analogia con lo Shining di Kubrik).
Il significato? La storia? Certamente anche io non ho compreso appieno il complesso avvicendarsi di fatti e mondi, tuttavia secondo me uno dei messaggi che il regista voleva comunicarci è un commento di meta cinema e, perché no, meta vita:
per quanto una persona immagini una trama complessa, labirintica, per quanto l'immaginazione umana possa partorire universi e universi, storie e storie, si può sempre andare oltre, immaginare di più e seguire quel flusso di pensieri solo umano, che da vita a un'infinità di possibilità e mondi.


In ogni caso il film è di fortissimo impatto emotivo e in alcuni puti sfiora la pura follia e il delirio, per cui ne sconsiglio la visione a chiunque sia anche un minimo impressionabile (e a chi non ha 3 ore da perdere dietro ai vaneggiamenti del regista)

Alla prossima,
Marv

domenica 16 dicembre 2007

Nolan, il simbolo della qualità

Ora una breve carrellata su quello che sembra essere diventato uno dei registi di punta di questo periodo: Christopher Nolan.

Nolan inizia la sua carriera da regista e sceneggiatore nel 1998 con un film poliziesco in bianco e nero prodotto con bassissimi budget, che è stato molto apprezzato e ha segnato l'inizio della sua ascesa nel mondo del cinema. Firmò infatti poi film come Memento e Insomnia che lo etichettano definitivamente come promessa del cinema di culto.

Ma è a partire dal 2005 che si iniziano ad accumulare i suoi veri e propri successi, quelli che ormai tutto il mondo chiama capolavori e non a torto. Infatti riscrive completamente il personaggio di Batman, ispirandosi leggermente a quello reinventato da Miller, e crea un film ricco di action e adrenalina me tuttavia che contiene profonde riflessioni e momenti di ascesi del personaggio... qualcosa di mai visto e imprevedibile riguardo a un supereroe abusato come Batman. Il film è appassionante, affascinante, forte e coinvolgente... è una produzione perfetta.

Nel 2006 con un cast d'eccezione colpisce ancora nel segno creando quello che è stato definito dalla critica il miglior film dell' anno: The Prestige. Riesce infatti a riassumere in un film enigmatico e accattivante una miriade di temi partendo dall' ambizione umana, lo sdoppiamento dell' io, il sacrificio, lo spaesamento. Ancora una volta Nolan ci da prova della sua abilità e della sua classe.Perchè in effetti è di questo che si parla: nessuno ha mai definito Nolan un genio e penso che nessuno lo farà mai. Non è di certo al livello di Kubrik, ma è un regista di qualità, un regista di cui ci si può fidare, che conosce a fondo il suo lavoro, le sue possibilità e i suoi collaboratori. Nolan sa che il successo si cela nei particolari, nelle sensazioni che vengono suscitate negli spettatori, in una fine ad effetto. Nolan si rende conto che sono le atmosfere che contano, sa crearne di realistiche e di appassionanti, conosce l'importanza della storia, delle interpretazioni degli attori, dell' uso della luce. Dunque non siamo di certo di fronte a un rivoluzionatore del cinema come lo è stato ad esempio Spielberg, ma riconosciamo in Nolan una classe, un' abilità presente in pochi al giorno d' oggi: Egli ha la capacità infatti di affascinare un po' tutti i componenti dell' esigente pubblico presentando un lavoro variegato, vario e soprattutto stilisticamente perfetto.

Ora è in fase di post produzione Quello che sarà il seguito di Batman Begins, ossia The Dark Knight... noi tutti ci aspettiamo una produzione all' altezza delle precedenti se non superiore... ma io dico che non c'è da preoccuparsi, il regista sa quello che fa e si rende conto delle sue possibilità e del suo lavoro... non a caso Nolan è il simbolo della qualità.

Vedere per credere... guardate queste locandine e ditemi, sono o non sono tra le più belle che abbiate mai visto?


Spero che abbiate gradito immagini e articolo, a presto,
Marv

giovedì 29 novembre 2007

The Shining

Solo pochi giorni fa ho visto il grandissimo capolavoro di Stanley Kubrik, the Shining, considerato uno dei meglio riusciti e più terrificanti film di tutti i tempi, e non ho resistito alla tentazione di parlarvi di questo film e di quello che ho provato guardandolo... anche facendo un bel commento critico delle scelte cinematografiche del regista.


The Shining è principalmente ambientato in spazi interni, che corrispondono alle diverse stanze e corridoi dell' Overlook hotel, del quale il protagonista Jack Torrance diventa custode invernale insieme alla ridente famigliola composta da moglie e figlio di circa 7-8 anni.
Inutile dire che questo soggiorno, diventerà un vero e proprio incubo, non solo per i personaggi, ma ancora di più per il pubblico, che si vede protagonista delle angosce e delle visioni non di uno, ma di tutti e tre i protagonisti; Il piccolo Danny possiede infatti un arcano potere, tradotto con Luccicanza e ha la facoltà di vedere ciò che è avvenuto e che avverrà, soprattutto riguardo all' omicidio che era stato compiuto circa venti anni prima dal custode dell' albergo che aveva trucidato moglie e figlie e riguardo alla complessa situazione che si viene a creare tra lui, padre e madre.
Infatti tutti i tre personaggi tendono a degenerare via via che il film procede; in particolare Jack, che si sente irritato e minacciato dai comportamenti della moglie, inizia ad avere strane visioni e a progettare una sorta di vendetta; inoltre Wendy spaventata a morte dal nuovo comportamento del marito, ha anche lei insensate visioni.
Dunque la situazione peggiora violentemente, scendendo la ripida spirale della follia e degenerando in terrore allo stato puro per tutti i personaggi e per lo spettatore, che non sa mai cosa aspettarsi e che rimane a dir poco scioccato e agghiacciato dalle visioni del piccolo Danny e dalle espressioni di pazzia e paura sui volti dei protagonisti.


Ma il vero protagonista del film è l' Overlook Hotel, con i suoi silenzi, con i sui labirintici corridoi, con i suoi colori contrastanti, con le sue luci spettrali e con le sue fantasie claustrofobiche.
Ogni singolo aspetto dell' albergo spinge lo spettatore al malessere, alla vertigine e al completo straniamento della realtà. Esso sta a simboleggiare la complessità della vita e dalla paura, sta metaforicamente a indicare l' immensa vastità della mente umana e di come ci si possa perdere all' interno di essa. Dentro l' hotel tutto è lecito, non valgono più le regole della natura, non valgono più tutti i sentimenti umani, ma regna sovrano il caos, la claustrofobia e il puro terrore.
Il senso di vertigine è dato dalla smisurata immensità dei luoghi, dal continuo uso della linea retta piuttosto che di quella curva e dalle riprese ondeggianti di luoghi e personaggi.
Lo spettatore perde la cognizione del tempo e dello spazio perso all' interno del non-luogo kubrikiano, si sente smarrito e vulnerabile davanti all' immensità degli spazi e alle sensazioni di malessere e sofferenza che tende a percepire.
La luce è sempre presente... ma è data da lampade al neon, che producono una luce assente, fredda, distaccata che non rassicura, anzi ci spinge ancora di più, insieme ai colori accesi dei tappeti e della tappezzeria, dentro l' abisso di follia che percorre l' intero film.

Il montaggio è usato in modo particolare... infatti i campi delle riprese sono sempre abbastanza grandi e appena prima di una visione la telecamera viene progressivamente avvicinata al personaggio in questione in modo da restringere la visuale; L' immagine precedente viene repentinamente interrotta per essere bruscamente sostituita con un altra differente di fortissimo impatto emotivo, solitamente che dura solo pochi secondi. Questo montaggio serrato sta anche alla base di tutte le scene di maggior tensione, mentre nei momenti più calmi le attese tendono a essere dilatate, supportate dalla colonna sonora, non proprio piacevole.

Un tema molto importante in tutto il film è il tema del doppio e dello specchio. In una celeberrima visione Danny vede le due gemelle uccise dal precedente custode, che si tengono per mano, vestite alla stessa maniera, come in uno specchio. Inoltre vi è sovrabbondanza di questi oggetti in tutto il film... lo stesso Danny ha un altra visione davanti allo specchio del bagno. Ancora, verso la fine del film, Danny, in preda a una trance visionaria, scrive sulla porta del bagno REDRUM, specchio della parola murder, ma anche composta dalla parole re-drum, ossia suono ripetuto 2 volte, rimbombo; infine sentito pronunciare esso assomiglia al suono delle parole red e room.

Per quanto riguarda il tema del doppio Danny colloquia nelle parti iniziali del film con una sorta di alter ego all' interno di stesso dalla voce roca e agghiacciante, dal nome Tony.
Infine tutto il personaggio di Jack è parallelo e a volte anche interscambiabile e sovrapponibile con il custode assassino precedente, con il quale dialoga anche durante una visione, anche questa molto famosa.


Ora un occhiata al cast... abbiamo un superbo Jack Nicholson, di una bravura incommensurabile, veramente calato nella parte e veramente agghiacciante. Un Nicholson da oscar a mio parere. Anche la moglie (Shelley Duvall) dà una fantastica e agghiacciante impressione e si conferma una grande attrice. Infine il piccolo Danny Lloyd, in assoluto l'attore più terrificante ha compiuto una performance da brivido, veramente paranoica e spaventosa.

Infine non si può non parlare delle musiche... musiche celeberrime, paranoiche, claustrofobiche.
Senza questa colonna sonora il film sarebbe stato un altro, avrebbe perso la sua incisività in alcune fondamentali scene. Le musiche sono dissonanti, agghiaccianti, veramente forti e iper coinvolgenti.

Per finire un avvertimento a tutti... questi film è il capolavoro dell' horror, una produzione fantastica da tutti i punti di vista, ma è veramente veramente spaventoso. A mio parere ogni persona dovrebbe vederlo, e le reazioni variano sempre da persona a persona (chi se ne frega, chi sbuffa, chi urla, chi sottovaluta, chi piange) tuttavia io ne sconsiglio la visone a chiunque sia eccessivamente impressionabile, perché è veramente un film forte, in alcuni punti addirittura eccessivo.
Kubrik è proprio un grandissimo genio... questo film come anche altri di sua produzione e regia ha fatto scuola e la sua abilità e attenzione anche ai minimi particolari lo posizionano un gradino più in alto di ogni altro regista... veramente un film da vedere nonostante la sua altissima impressionabilità.


Questa è la mia opinione e la mia recensione...
commentate copiosi,
alla prossima, Marv

martedì 20 novembre 2007

ccmz blog


Ciao a tutti raga... scrivo questo articolo per informarvi di una grandissima novità... io e altri miei amici abbiamo creato un nuovo blog... ccmz-productions.blogspot.com dove linkeremo le produzioni cinematografiche da noi attuate fino ad oggi e dove vi terremo informati dei progetti futuri...

Per ora i risultati sono molto buoni, ma siete voi stessi che potrete commentare o dare consigli e suggerimenti...
vale la pena andare a dare un' occhiata, fidatevi ;-)

Ciao e alla prossima,
Marv

venerdì 16 novembre 2007

"Sin city" a graphic novel by Frank Miller





Sin city, un po' come 300 ha ottenuto la sua massima notorietà per merito del film, un ottimo film per quello che ho detto in un post precedente... ma è lecito chiedersi come si è passati dal fumetto al film e come Miller aveva pensato la sua opera prima che essa fosse adattata al grande schermo.

Sin city è composto da 6 grafic novels separate, tutte ambientate nella fantomatica città del peccato, quasi tutte che presentano personaggi diversi, ma legati tra di loro da una sottile linea che unisce i loro destini, le loro personalità e i loro caratteri.
La città del peccato ci colpisce un po' tutti per la sua crudezza e la sua forza, una forza che ha come obbiettivo quello di estremizzare ogni comportamento, sentimento, emozione.
A Sin city tutto è all' ennesima potenza, come anche le emozioni che essa suscita, e le sensazioni che essa ti trasmette sono molto più forti di quelle che qualsiasi altro fumetto potrebbe mai fare.
A un così alto grado di sublimazione ogni episodio di questa grafic novels perde significato e fa spazio allo stupore e all' esaltazione del lettore: la storia in se stessa, seppur molto intrigante, viene surclassata dall' atmosfera macabra e agghiacciante che questa città si porta dietro e ogni vicenda passa in secondo piano per fare spazio alla più pura esaltazione e immedesimazione del lettore.
Chi di noi non si è mai sentito il Marv milleriano, o Jackie Boy o ancora Dwight o Hartigan, che a differenza delle situazioni si ritrovano a essere vittime o carnefici, umani e disumani.

Ma Miller raggiunge la perfezione stilistica con i dialoghi e con i disegni di questa superba Sin City. Nel suo stile di scrittura ogni parola ha un suo scopo, come anche ogni suono, ogni sillaba ha un senso, ogni dialogo è stato curato in modo da raggiungere una perfezione raramente ricercata nei fumetti.
Le tavole sono ancora più fantastiche e sintetizzano la visione milleriana del mondo: anche esse infatti sono portate all' inverosimile, sia nel colori (che risultano rigorosamente nero e bianco con poche eclatanti eccezioni) sia nella stilizzazione che viene portata all' ennesima potenza e lascia un grandissimo spazio all' immaginazione del lettore.

Un grandissimo capolavoro, simbolo del fumetto moderno, ampiamente paragonabile alle pietre miliari come "Watchman" o "V for vendetta", assolutamente da leggere per ogni appassionato di fumetti in genere, ma anche di letteratura, grazie alla perfezione dell' operato del grandissimo Miller

giovedì 11 ottobre 2007

Batman Begins


Ciao a tutti!

Stavolta non mi dilungherò ad analizzare il film in questione, in quanto la cosa impotante sono le emozioni che esso vi trasmette mentre lo guardate, quello che provate, le vostre sensazioni e inquietudini...
Infatti tutto il film ruota attorno al sentimento della paura; una paura che nel caso di Bruce era diventata una paranoia e si era trasformata in un folle e delirante desiderio di vendetta, finchè non si unisce a una confraternitta buddista, che gli insegna a dominare e controllare rabbia e paura, che lo inizia alle arti dei ninja, sottoponendolo a prove di durissima resistenza fisica e mentale.
La paura è la padrona di Gotham City, il crimine è la quotidianità, il terrore cresce nella società e in ogni persona che non può fronteggiare l' ondata di criminalità e di morte che si sta abbattendo sulla città dalla morte dei genitori di Bruce; la corruzione si insinua in ogni parte e distrugge tutto quello per cui avevano lottato e faticato, devasta dall' interno tutto quello in cui avevano creduto e sperato.
La paura è il sentimento che il neo Batman insinua nei suoi nemici, la paura dell' ignoto e dell' oscurità.
Ancora la paura è il sentimento del caos, della confusione più assoluta che si sprigiona a Gotham alla fine del film, che ne sconvolge gli ordini le regole e che ancora spinge il nostro eroe a scontrarsi con le sue angosce e a salvare la sua città dall' autodistruzione.

Non è necessario riflettere per capire che siamo in presenza di un gran film, diretto magistralmente da un grande Cristopher Nolan, un film che ti colpisce a fondo e che sodddisfa ogni genere di spettatore, non solo chi si aspetta azioni spettacolari, ma anche a chi importa giustamente anche dei personaggi, del loro carattere e delle loro emozioni.


Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il cast che il film ha avuto... un cast eccezionale che comprende il bravissimo Michael Caine nel ruolo di Alfred, un eccelso Liam Neeson e soprattutto Chistian Bale, veramente perfetto in tutti gli aspetti e a mio parere un attore di una grande espresività e versatilità.
Peccato che Katie Holmes non sia veramente entrata nella parte, ma comunque in questo film non ha dato una pessima impressione di se.

venerdì 5 ottobre 2007

"Sogni" by Tiziano Sclavi

Un Dylan a cui sono molto legato e che mi ha veramente colpito è lo speciale numero 7, uscito nell' ormai lontano 1993 intitolato molto giustamente "Sogni". Gli autori sono una garanzia, da Sclavi (nel periodo di sua massima produttività) a un Freghieri bravissimo che da il meglio di se e disegna dei personaggi completamente diversi uno dall' altro, seguendo le direttive di Tiziano.

Infatti i personaggi sono caratterizzati completamente e in modo molto dettagliato; questo avvene perchè il Dylan si snoda attraverso una serie di visioni o sogni che legano i 5 protagonisti, persone con particolari poteri sensitivi, tra cui c'è anche Dylan, radunati da un eccentricissimo Wells, che vuole studiare i complessi meccanismi della mente umana. Egli paga profumatamente i protagonisti e monitora i loro sogni per 5 giorni, finchè i loro inconsci non si ritrovano in un paesino sperduto nella brughiera, un frutto dell' immaginazione, della fantasia o della follia, che porta come nome Nowhere, nessun luogo. Questa odissea porta i protagonisti a confrontarsi con i compagni, a analizzarsi criticamente e a riscoprire se stessi, il proprio passato ormai sepolto, dimenticato.
A facilitare la loro ricerca interiore (o a rendere più difficile?) appare l' emblematica figura del destino, personificata nel giullare, nel matto, che complica le carte in gioco e che interviene a svelare il passato e il futuro dei protagonisti.

Il Dylan si presenta come un' avventura psicologica, un viaggio psicanalitico alla ricerca di se stessi e il lettore diventa il protagonista, si immedesima nei personaggi e rimane affascinato dalla varietà di sentimenti, di sensazioni, di dolori che possono essere provate; egli stesso si perde nell' universo della mente e del cuore di Dylan e dei suoi compagni. Il fumetto è infatti ampiamente allegorico, ogni oggetto e ogni situazione hanno il loro significato e il loro posto nella mente dell' autore... resta al lettore interpretare l' opera, cogliere i simbolismi, le citazioni e fare proprio il messaggio di Sclavi: "non dimenticare mai chi sei".

Importante è il significato assunto dal numero 5 (cinque cavie, cinque giorni, e molti altri, se avete letto il fumetto); come dice Dylan 5 è il numero del caos e quindi del labirinto, ma anche quello del pentagramma e quindi dell' amore (pentagramma è lover's knot in inglese). Infine è il numero dell' animo umano in quanto rappresenta l' unione tra bene e male perchè primo numero unione di un numero pari e uno dispari. Numero dell' anima anche perchè 5 sono le caratteristiche di questa: odio, amore, vendetta, vergogna e compassione.

Dylan, come è suo solito, non è il vero protagonista della storia, egli si limita a combattere la propria guerra per sopravvivere e quindi in questo caso lotta contro l' oblio e contro il dolore di non poter fermare l' inevitabile. Il protagonista è il destino, crudele e dolcissimo, che tesse la sua tela come un ragno affamato, che contrasta il nostro libero arbitrio e che deve essere quindi combattuto da tutti noi giorno dopo giorno ad armi spianate, perchè la libertà è il miglior dono che mai ci è stato fatto.


Questa è la mia interpretazione e il mio giudizio,
commentate voi (naturalmete se l' avete letto),
alla prossima,
MARV

mercoledì 29 agosto 2007

DIABLO II

Eccomi eccomi, tornato dalle vacanze e sopravvissuto alle prime settimane di scuola, finalmente pronto a scrivere un nuovo articolo... Questa volta mi discosterò un attimo dall' impronta che fino ad ora ho dato al mio blog (cinema/fumetto) per parlare di un videogioco per PC, probabilmente il più giocato in assoluto e da più tempo.

Sto parlando di Diablo II, naturalmente versione battle net, che presenta un gran numero di varianti su un gioco normale interessante, ma un po' corto e poco dinamico.
L' espansione e il gioco su internet presentano invece la possibilità di passarsi oggetti ed equipaggiamenti, di farsi aiutare a finire il gioco e naturalmente di giocare in tanti uccidendo i boss e ripetendo gli scenari più difficili.



Personaggi

Esistono 7 personaggi diversi e ognuno di essi può essere specializzato in diverse discipline a differenza delle abilità che gli fate apprendere.

AMAZZONE: guerriero molto versatile capace di utilizzare arco e lancia. Con il primo lancia frecce elementali o le divide per colpire più avversari, con la seconda sferra fatali attacchi elettrici capaci di dividersi e di uccidere un sacco di mostri.

ASSASSINA: letale nell' uso delle arti marziali usa il suo corpo come un arma, sferra attacchi mentali e piazza trappole elettriche o del fuoco.

NECROMANTE: abile mago capace di evocare scheletri o altre orrende creature e di rianimare i cadaveri. Inoltre lancia maledizioni o sferra attacchi utilizzando il veleno e le ossa.

BARBARO: il più forte combattente corpo a corpo il barbaro potenzia le proprie già alte capacità attraverso le urla di guerra o le usa per indebolire e atterrire i nemici. Inoltre ha il talento delle armi da lancio, oltre naturalmente che di quelle da mischia.

PALADINO: difensore dei deboli e dei giusti, il paladino mette in mostra straordinarie abilità di combattimento , tutte collegate alla sfera della sacralità, ma non per questo meno devastanti.
E' in grado di evocare una spirale di martelli, di combattere picchiando con lo scudo e di potenziare se stesso e gli alleati con una serie di utili aure.

INCANTATRICE: controlla gli elementi (fuoco, ghiaccio e fulmine) e seppur debole di costituzione risulta devastante anche a grandi distanze salvo protezione dal suo elemento.


Come giocare

Allora, il gioco in battle net è come il gioco in single player, solo che puoi giocare con chiunque sia in linea in quel momento e quindi puoi farti finire il gioco nelle 3 difficoltà, puoi duellare, commerciare e scambiare, chiacchierare,...
In questo modo un gioco lunghissimo può essere finito in poche ore e il giocatore si può concentrare sul salire di livello e soprattutto reperire un buon equipaggiamento necessario per riuscire a giocare ad alta difficoltà e ad alti livelli. Questo può essere fatto o giocando da solo e quindi cercando da sè gli oggetti migliori (ma per far questo già bisogna essere abbastanza forti) oppure attraverso il commercio (trade) con gli altri utenti o con tuoi amici che, passandoti oggetti buoni migliorano le tue possibilità.


Oggetti

Gli oggetti si trovano uccidendo i mostri e in generale più è forte il mostro e più è avanzata la difficoltà migliori oggetti si trovano.
Questi si dividono in oggetti normali, magici, rari, unici, e di gruppo e potenziano i parametri, le resistenze o le abilità di chi li indossa. Inoltre esistono rune, gioielli o gemme da poter incastonare in oggetti bucati e aumentarne la potenza. Infine gli incantesimi migliorano le tue capacità e le tue caratteristiche.


Parlare

Diablo II offre una tecnologia all' avanguardia per l' epoca in cui è uscito, e che permette un pratico metodo di conversazione tra i giocatori, che hanno poi imparato ad abbreviare le parole e a creare sigle in modo da comunicare con più facilità e a capirsi meglio.
Quindi vi lascio con un breve vocabolario delle sigle usate e vi auguro di poter giocare a questo fantastico gioco, molto vario, che interessa il giocatore, che ti catapulta in un altro mondo nel quale devi imparare a districarti e per esperienza personale stufa molto più tardi di molti altri anche più recenti.
tp: portale cittadino
wp: punto di rotta
pp: aggiungimi al tuo gruppo
char: personaggio
barb: barbaro
pala: paladino
ama: amazzone
sorc: incantatrice
druid: druido
assa: assassina
necro: necromante

Consiglio il sito www.insulaarcana/diablo.asp come sito di riferimento.

Ciao a tutti,
il vostro MARV

venerdì 29 giugno 2007

Dylan Dog: "Storia di nessuno"

Eccomi di nuovo, in ritorno dal mare... e, ritrovando uno spiraglio di tempo prima di ripartire cercherò di parlare di quello che a mio parere è uno dei più bei Dylan Dog mai scritti.

Prima di iniziare in questa ardua impresa voglio però fare un paio di precisazioni:
potete leggere il mio articolo sia se non avete letto sia se avete letto questo fumetto... nel primo caso vi invoglierà a prenderlo e mangiarvelo (con gli occhi e la mente, intendo) nel secondo caso vi aiuterà a chiarire dei punti che vi sono rimasti oscuri, o semplicemente potrete leggere e commentare con le vostre idee.
Certamente avrete capito che si tratta di un Dylan rivoluzionario, che mette in dubbio il mondo stesso in cui viviamo e colpisce duramente le certezze del lettore, capovolgendo l' universo conosciuto; quindi spero che mi perdonerete se in un paio di punti vi sembrerò eccessivamente oscuro nei miei passaggi o comunque difficilmente comprensibile. Inoltre faccio notare che quello che scriverò sarà decisamente soggettivo, e quindi voi lettori potreste benissimo aver inteso l' intera faccenda diversamente.

Allora... il Dylan è basato su due paralleli equivoci (scusate se non so definirli meglio); il primo è la parola nessuno, che viene usata sia con la lettera minuscola sia maiuscola, e sta a indicare sia la mancanza di anima viva (es: non c' è nessuno) o il fatto che alcuna persona non sia in grado di compiere un' azione (es: nessuno può farlo) sia una persona concreta. Viene infatti denominato "Nessuno" un personaggio del fumetto, un qualsiasi nessuno, una persona considerata da tutti un nessuno e dimenticata da tutti una volta morto.
Questo nessuno però rivive, diventando uno zombie cannibale, e massacrando le persone che in vita si erano dimenticate di lui... ma le cose non sono come sembrano, e qui entra in gioco il secondo "equivoco"; infatti per qualche oscura ragione in questo fumetto Dylan suona il sassofono, beve litri di alcolici, intrattiene un amichevole conversazione con uno psicologo, che, stranamente, ha la faccia di Xabaras e per finire le Tour Eiffel si trova a Londra. Tutto farebbe pensare a un universo parallelo... ma perché questo universo esiste, come è stato creato, e perché prima nessuno si è accorto di niente?

Una lettura rivoluzionaria del mondo per uno dei più gradi sceneggiatori di tutti i tempi: Tiziano Sclavi, che ancora abbastanza giovane intreccia le più oscure domande della vita e scene di un' innata crudezza all' interno di questo albo storico.
Questo fumetto, come pochi altri della stessa serie riesce a divertire il lettore, facendolo pensare e rendendolo consapevole dell' esistenza di un ego al di là della coscienza, facendogli capire la complessità dell' universo e della mente umana.


Spero che questa brave introduzione vi sia piaciuta e che vi abbia interessato a questo Dylan, ma anche all' intera collana della Bonelli.
A voi ora la possibilità di commentare, chiedere spiegazioni o chiarimenti o solo dire la vostra opinione...

Ciao a tutti, MARV ("storia di nessuno", Dylan Dog numero 43)

giovedì 14 giugno 2007

Confronto Eragon film/romanzo. Parte I


Adesso a me tutta la vostra attenzione possibile... probabilmente una buona parte di voi o miei affezionati lettori avranno visto quella merda di un film di Eragon, una cosa aberrante, schifosa: una merda assoluta... ma questa volta non parlo soltanto per mia esperienza cinematografica, ma soprattutto perché non ho potuto che instaurare il confronto con il libro.

Per prima cosa vi parlerò un po' del romanzo, un' opera magnifica, che mi ha fatto appassionare al genere fantasy più di ogni altra cosa; così potrete accorgervi di quanto ha perso il film.

Allora, il libro è un insieme di peripezie e incontri: il protagonista si muove all' interno di un universo sconosciuto sia a lui che al lettore; Eragon è spaesato alla vista di un mondo così pregno di magia e novità, cose che lui neanche immaginava potessero esistere. Grazie al vecchio ma ancora arzillo e scaltro cantastorie Brom si avventurerà in questo universo pregno di pericoli e misteri, affrontando nemici temibili come gli urgali, inseguito da creature insieme mostruose e abilissime come i ra' zac; ma soprattutto Eragon imparerà a conoscere se stesso, ad apprendere la il suo potenziale, la sua forza, la sua importanza e il suo destino.
Fino a qui tutta l' opera potrebbe solo sembrare un interessante fantasy, ma sono presenti delle caratteristiche che rendono questo libro unico nel suo genere, un vero capolavoro.
Per prima cosa il drago che fa da perno a tutta la storia, e che non è solo un burattino al servizio del protagonista, ma è un essere pensante e cosciente, legato in modo indissolubile a Eragon; tuttavia non è affatto docile, ma orgoglioso, passionale e sì, a volte si comporta in modo avventato o stupido. Molto importante e interessante risulta il rapporto tra il protagonista e il suo drago, le cui menti sono collegate telepaticamente, poiché essi non saranno d' accordo su tutto e diverse volte si irriteranno l' uno con l'altro.
Poi la magia, che in questo libro è spiegata meglio che in qualunque altro. La magia è legata a un linguaggio, l' antica lingua degli elfi, e non solo è molto difficile da praticare, ma richiede un enorme sforzo fisico e mentale: infatti ti prosciugherà tanta energia di quanta ne sarebbe necessaria per compiere l' azione senza di essa. Inoltre, come ho detto, la magia è praticabile solo grazie alla conoscenza approfondita del linguaggio elfico e questo, oltre che a complicare le cose a dismisura, simboleggia l' importanza delle lingue e della comunicazione.Per finire è molto affascinante l' universo in cui tutta la vicenda ha luogo: Alagaesia (con la dieresi sulla e). Esso è infatti molto reale, con foreste, fiumi, deserti, paludi, montagne, e al suo interno sono presenti le tre razze: gli elfi , i nani, e soprattutto gli umani, che popolano la maggior parte del mondo sotto il comando del dispotico Galbatorix, anche lui cavaliere dei draghi.

Toccherà a Eragon opporsi al regno del tirannico sovrano e scoprire un potere per lui fin ora troppo grande anche solo da essere immaginato...

Il confronto col film e un commento a Eldest nella seconda parte dell' articolo...

Ciao a tutti e non perdetevi il seguito,
MARV